FESTA DELLA FAMIGLIA

26 gennaio 2020

A Cura di Fulvio Pedretti

La bellezza del quotidiano vissuto bene in famiglia” (M. Delpini)

La Festa liturgica della Sacra Famiglia di Nazaret illumina la gioiosa celebrazione della vita famigliare, sempre collocata in questa data.Il titolo, è derivato da un passaggio della Lettera pastorale dell’Arcivescovo nella parte dedicata al Tempo di Natale (pagg.58-59):

“Vorrei proporre di vivere qualche settimana come un tempo propizio per sperimentare la bellezza del quotidiano vissuto bene, un “tempo di Nazaret”. I tratti con cui Paolo disegna una sorta di “umanesimo cristiano” nella Lettera ai Filippesi può ispirare ad accogliere la proposta. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi (Fil 4, 8-9)”.

Anche oggi la famiglia è chiamata ad essere una comunità di amore.

E’ per eccellenza il luogo dove si impara la vita di fede, dove l’esempio e l’incoraggiamento rappresentano una guida per crescere bene, per acquisire uno sguardo cristiano sugli altri e sul mondo.

In quest’ambiente di crescita naturale i genitori devono poter svolgere il ruolo di educatori alla fede, alla preghiera.

La famiglia è anche il luogo dove si possono educare i giovani ad un dialogo continuo e a tutto campo. Tutti sappiamo quanto oggi il dialogo sia diventato difficile. Fidarsi reciprocamente, fino al cuore stesso delle difficoltà, se non addirittura dei conflitti, accettare le sfide di un confronto, maturarle in se stessi e portarle nella preghiera permette di assumere fino in fondo i rischi del dialogo. Se ciascuno si lascia interpellare nel profondo del proprio cuore, i genitori possono allora convertirsi ai figli ed i figli ai genitori.

Un dialogo vero e profondo può rendere possibile una conversione e una ri-partenza. Pensiamo ai dialoghi di Gesù con tanti suoi contemporanei, la Samaritana, Zaccheo, la donna adultera, dove ciascuno si è rimesso in piedi, per andare incontro agli altri.

Quando è così, la famiglia può essere luogo di guarigione, di liberazione, di rifugio e di perdono:

  • Luogo di guarigione, quando il dialogo è sincero, rispettoso ed attento. Dove è possibile parlare delle proprie sofferenze, debolezze, limiti. Ascoltati e capiti, si può ripartire con il cuore più leggero: le cicatrici possono rimarginarsi progressivamente.
  • Luogo di liberazione, quando il dialogo consente di dire tutto senza essere giudicati. Permette di elaborare nuovi progetti, di protendersi in avanti, di risolvere i propri conflitti interiori. Rinnovati nelle nostre capacità, possiamo andare nuovamente verso gli altri e verso il mondo.
  • Luogo di rifugio, quando possiamo liberarci della famiglia e vi ritorniamo con il cuore leggero per riscaldarci, rifugiarci e trovare nuove risorse. Lasciamo la famiglia e vi ritorniamo tutte le volte che ne abbiamo piacere.
  • Luogo di perdono: quando la fiducia è veramente radicata nel cuore delle relazioni, si impara a perdonare. Il perdono, che siamo chiamati a vivere in ogni famiglia cristiana, è sorgente di pace e di gioia ritrovate ogni volta che decidiamo di perdonare.

Fulvio Pedretti

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