PARROCCHIA DI RESCALDINA

IL VANGELO DELLA DOMENICA

Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa

I DI QUARESIMA (C)

6 marzo 2022

VANGELO Mt 4, 1-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

  1. Il digiuno quaresimale

L’episodio è strettamente legato all’Esodo, quando Israele camminò nel deserto e fu profondamente infedele a Dio.

Lo Spirito spinge Gesù nel deserto per sfidare il tentatore e uscirne vittorioso.

Le tre tentazioni sono quelle dei messianismi terreni fasulli di ogni tempo che, Gesù, il vero Messia respingerà con il suo modo di essere.

Il digiuno di Gesù non è rituale o devozionale: questo cessava al tramonto del sole, come nel Ramadan.

Il digiuno di Gesù è ininterrotto e richiama i digiuni di Mosè ed Elia.

Ciò rende Gesù esausto e mette in evidenza la potenza dello Spirito che si comunica a Gesù e lo rende vittorioso.

Esso esprime che la forza di Gesù risiede solo in Dio e non in forze umane.

Il tentatore è l’avversario, colui che vuole sviare Gesù dalla sua missione.

Egli riconosce che Gesù è il Figlio di Dio e lo vuole indurre a fare qualcosa a suo beneficio e non a servizio di Dio e degli uomini.

Gesù non lo farà perché è il servitore totale di Dio e dell’uomo: egli metterà in pratica solo il piano di Dio Padre.

Anche noi dobbiamo imparare a riconoscere le tentazioni che l’avversario ci mette sotto il naso e invocare la potenza dello Spirito,

come diciamo nel nuovo Padre Nostro: non abbandonarci alla tentazione.

Ricordiamoci che le tentazioni sono proprie solo delle persone che hanno alti ideali e grandi valori morali.

Chi non li possiede e vive in situazioni di palude morale non può essere tentato.

Questo spiega anche perché Gesù deve essere tentato; proprio lui è il portatore del progetto più alto che sia mai esistito tra gli uomini:

fare dono totale di se stesso, e vivere come servitore di ogni uomo.

  1. Le tre tentazioni

Il pane fisico indica un ateismo pratico: ci si affida al pane, ma questo non salva dalla morte, dall’indegnità morale. Solo la parola di Dio può farlo.

La città santa restaurata è il segno di un messianismo di potere che contraddice il piano di Dio e fa diventare l’uomo nemico dell’uomo.

La terza tentazione vuole spingere Gesù ad accettare un potere universale.

Gesù, al contrario, proporrà un servizio universale e il dono di Dio a tutte le genti.

Quello che fa Gesù deve diventare anche il nostro progetto. La missione messianica di Gesù si estende a tutti i suoi discepoli.

Sono il suo atteggiamento e la sua condotta a far raggiungere l’uomo alla sua pienezza.

  1. Le tentazioni nel deserto: il caso serio della vita

Che cosa è la nostra vita? Un susseguirsi casuale di eventi che terminano con la morte, come pensano molte persone ?

Oppure una avventura di libertà, sempre drammatica, in cui bisogna lottare per costruire ciò che si intuisce essere il bene?

In altre, parole esiste una buona causa a cui dedicare la propria vita?

Per il vangelo la buona causa esiste. È quella di Dio, che diventa quella dell’uomo.

La buona causa è l’amore che Dio ha per l’uomo e il suo desiderio di associare ciascuno di noi in questo grande progetto.

don Erminio

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