IL VANGELO DELLA DOMENICA

 Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa

DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO (A)

18 ottobre 2020

VANGELO Mt 21, 10-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?».

E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea». Gesù entro nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?». Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betania, e là trascorse la notte.

  1. Un tempio che affascina

Il Monte del Tempio di Gerusalemme, collocato oggi nella Città Vecchia, ha una lunga storia, tormentata da guerre e distruzioni. Luogo sacro anche per i musulmani, stando al Corano. In questo luogo il re Salomone aveva deciso di costruire un tempio in onore del Signore che sarà lui a inaugurare; ma appena l’arca dell’Alleanza viene collocata nella parte più interna, subito la Gloria di Dio (shekinà), come una nube, avvolge e fa tutto suo il tempio. E dove starebbe tutto il fascino che il popolo d’Israele percepiva entrando nel tempio? E cosa ancora oggi scatena la danza gioiosa dei tanti ebrei osservanti che all’inizio dello Shabbat si recano al Muro del pianto? La presenza rassicurante di Dio, che lì ha voluto lasciare il suo segno. Perché dove il Signore si rende presente il cuore si rallegra, s’innalza un canto, si avvia la danza.

Nel tempio Gesù ci è tornato spesso. Infatti nei giorni della sua passione, senza nascondere un velo di nostalgia, dichiarerà: “Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare” (Mt 26,55). Ora però la misura è colma: non sopporta che la sua casa sia trasformata in un “covo di ladri”. E perciò si mette a scacciare tutti quelli che “vendevano e compravano…”.

  1. Noi siamo il tempio del Dio vivente”

La presenza di Dio ha trovato in Gesù di Nazareth la sua piena espressione: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). In Gesù, tempio “nel quale abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9), dice Paolo. Tempio che potremmo anche distruggere, ma che Dio subito ricostruisce: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Egli parlava del tempio del suo corpo” (Gv 2,19). Perché Gesù non è venuto a portare gli uomini al tempio, esortandoli a entrare, ma a portare piuttosto il tempio, la presenza di Dio nel cuore di ogni uomo. Come ci suggerisce S.Paolo: “Noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio ha detto” (2 Cor. 6,16).

Andrà certo recuperato il valore simbolico del tempio ebraico e la bellezza che ci introduce al divino di tante nostre chiese (come il Duomo), senza mai assolutizzare nulla. C’è forse, per il nostro Dio, un tempio più bello e più grande del nostro cuore?

  1. La bellezza della “casa di Dio”

Può la “casa di Dio” diventare un covo di ladri? A quanto pare sì, umiliando la sua vera vocazione di essere casa della preghiera e della misericordia, dove si accolgono i malati e i bisognosi. Può succedere anche oggi? Nella storia della chiesa è successo innumerevoli volte. Può succedere anche nelle nostre parrocchie? Dipende da come realizziamo il nostro essere chiesa.

– Se preghiamo la domenica per avere un momento di profondità e di pace (cosa lodevole), ma senza conseguenze di vero amore per Dio e di vera carità per i fratelli, qualche dubbio viene…

– Se poi qualche volta (ma sempre troppe) si litiga per qualche frazioncina di potere, anche dentro la comunità, la casa di Dio si crepa, più o meno gravemente. Perfino il luogo santo – il Tempio – può essere piegato a servizio dei propri interessi economici.

Ecco perché Gesù riporta il luogo alla sua funzione originaria. È santo perché vi si incontra Dio, che dà la vista ai ciechi e fa camminare gli storpi; è bello perché è il luogo delle meraviglie di Dio, che suscita la lode dei fanciulli: questa è la missione della Chiesa nel mondo: far sì che gli uomini si possano accostare a Dio ed essere guariti dalle loro infermità. Le nostre comunità devono essere luoghi dell’amore gratuito per il Signore e per le persone.

“Si annida, dentro e fuori le chiese e i santuari, questa deriva pericolosissima, quasi che Dio, la fede, la grazia fossero finiti anch’essi sul banco dei venditori. La casa del Padre! Ma lo splendore della gratuità talora è ridotto a uno scambio di cose. Il pericolo di scambiare cose e non i sentimenti del cuore non è così irreale (hai fatto questi gesti, hai detto queste parole, hai dato questa offerta, hai adempiuto il precetto, poco importa se tutto ciò era senz’anima, hai assolto il tuo debito con Dio, hai comprato Dio): è la fede ridotta a mercato (Angelo Casati).

don Erminio

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