Il Vangelo della Domenica

8 Marzo 2020

Riflessione a Cura di Monsignor Erminio Villa

8 marzo 2020

II DOMENICA DI QUARESIMA (A)

VANGELO Gv 4, 5-42
✠ Lettura del vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe.

Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». 

Questa lunga pagina evangelica contiene una lunga conversazione di Gesù con una persona senza nome, presso il pozzo nell’ora più calda del giorno.

  1. Il cammino della donna alla scoperta del suo misterioso interlocutore

Letta in questa chiave, la pagina evangelica ci rivela quali siano gli elementi costitutivi di ogni itinerario di fede. Anche ognuno di noi può ritrovarsi nell’esperienza di questa donna. Ogni cammino della fede ha in Dio il suo principio: è Lui che fa il primo passo verso ognuno di noi. E qui, presso il pozzo è Gesù che rompe il silenzio assolato e chiede da bere. Gesù chiede, assetato. Per la Samaritana forse questo è il primo uomo che si rivolge a lei, chiedendo. Da una semplice domanda prende avvio un dialogo: ecco un’altra tappa nella scoperta della fede: il dialogo con il mistero di Gesù.

È possibile che, come nel caso della samaritana, il dialogo rischi di finire prima ancora di cominciare: quanti pregiudizi, quanti fraintendimenti, quante false immagini di Dio possono fare da ostacolo, talvolta insuperabile. Anche la donna, guardando Gesù, vede sul suo volto i tratti di qualcuno che appartiene ad una popolazione ostile.

  1. Non avviene tutto all’improvviso, ma c’è il lento disvelarsi della sua identità

Il cammino potrebbe finire qui. Ma lui non si lascia vincere da questa ostilità e riprende il discorso. Così si prosegue, nella stupenda e progressiva scoperta del volto di Gesù da parte della donna. Non avviene così anche per noi, quando, giorno dopo giorno, impariamo a conoscere una persona, a coglierne l’identità profonda?. E’ un percorso che non ha fine e dona, anche dopo lunghi anni di strada fatta insieme, la gioia di una fedeltà sempre nuova.

Nella pagina evangelica i passi di questa progressiva scoperta sono i nomi che donna adopera  per rivolgersi al suo misterioso interlocutore. In un primo momento Gesù è solo un Giudeo e in quanto tale nemico. Ma poi si fa strada l’intuizione di una grandezza paragonabile a quella del patriarca Giacobbe, colui che aveva scavato il pozzo.

E ancora la donna ricorre ad un altro titolo, quello di profeta, per designare chi le sta dinanzi. Ma cresce in lei la consapevolezza della singolarità di quell’uomo fino a chiedersi se addirittura non sia proprio lui il Messia, l’Atteso. Così la donna presenterà alla gente del villaggio il suo ancora per poco misterioso interlocutore. Sarà la gente stessa a dire: “Questi è veramente il Salvatore del mondo”.

  1. Ammiriamo la pazienza di Gesù che prende tempo,

Davvero è incantevole questa pagina, questo lungo dialogo presso il pozzo, alla scoperta del volto di Gesù. Prendere tempo (anche sotto il sole del mezzogiorno per accompagnare quella donna) è una regola preziosa nel cammino di fede, ma anzi, possiamo anche aggiungere nel cammino di ogni autentica relazione umana, di amicizia, di amore.

Ci vuole tempo e i passi, dapprima incerti, mentre si fanno via via sempre più sicuri, sono necessari: per questo va evitato ogni fanatismo, ogni intolleranza che vorrebbe tutto subito; impariamo invece ad accogliere ogni pur modesto frammento di verità, da chiunque provenga.

Questa pagina vuol fare di noi compagni di strada di ogni uomo o donna, in ricerca, tutti, del volto del Signore. Non ci prenda la presunzione frettolosa di disporre di risposte già belle e pronte: alla samaritana Gesù non dà alcuna risposta; la ascolta e la interroga, perché scopra il suo bisogno profondo. Era venuta a cercare acqua e ha incontrato qualcuno che certamente ha cambiato la sua vita, facendo di lei la prima testimone del Vangelo. Prima degli Apostoli, prima di tutti discepoli c’è questa donna senza nome, che ancora oggi ripete a noi: “Venite a vedere…”.

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