IL VANGELO DELLA DOMENICA

Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa

II DI AVVENTO (C)

21 novembre 2021

VANGELO Mc 1, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»,

vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

  1. Bisogno di cambiamento

Di cambiamenti positivi e di buone notizie si avverte esigenza profonda e diffusa. Tutti noi la sentiamo nella nostra vita personale, nelle relazioni; l’urgenza è evidente se consideriamo nella nostra società e nel mondo le condizioni di ingiustizia, di fame e di morte; le conseguenze drammatiche delle violenze e delle guerre; le innumerevoli persone escluse ed emarginate da processi culturali, sociali, economici, anche religiosi; se osserviamo con attenzione le disastrose conseguenze sull’ambiente causato da un procedere storico quantitativo e selvaggio senza valutazioni etiche sulle conseguenze.

Si avverte dentro alla particolare complessità che sperimentiamo, allo smarrimento di tante persone, l’esigenza di un cambiamento che riguardi nello stesso tempo il cuore e la mente, la coscienza e la ragione, tutto il nostro essere; e che abbia conseguenze positive sull’etica personale, in sintonia con quell’etica condivisa, planetaria, in quanto stabilisce e vincola convinzioni, orientamenti, comportamenti indiscutibili per tutte le persone, le comunità, i popoli del Pianeta: giustizia, diritti umani, non violenza e pace; accoglienza e solidarietà; salvaguardia di tutti gli esseri viventi, dell’intero eco-sistema, rispetto e affermazione non solo dichiarata, ma vissuta dell’uguale dignità di ogni persona, chiunque essa sia e in qualunque condizione e situazione essa si trovi.

  1. Invito a conversione

Il Vangelo può illuminare, rafforzare e sostenere questa esigenza. E’ l’inizio del Vangelo di Marco: “Questo è l’inizio del vangelo, il lieto messaggio di Gesù, che è il Cristo e il Figlio di Dio”. Il Vangelo è quindi, anche nell’etimologia “buona, lieta notizia”. E perché? La notizia è buona proprio riguardo a Dio: non più il Dio dei ricchi, dei potenti e dei prepotenti non più il Dio impassibile, giudice implacabile delle debolezze umane; non più il Dio maschilista e settario; ma invece, il Dio umanissimo che sta in mezzo, che accoglie, ascolta, guarisce, perdona, comunica fiducia, pace e speranza.

Un Dio che vuole un mondo di giustizia, di uguaglianza, di pace, di fraternità. E questa è davvero una buona notizia perché ascoltandola, lasciandoci coinvolgere, diventiamo protagonisti nel diffondere con le parole e soprattutto con la coerenza della vita una umanità buona, più umana, nell’orientamento, nelle decisioni, nelle azioni.

La storia è fatta dalle persone, dalla loro presenza e azione; si concretizzano premesse e compimenti, annunci e attuazioni: prima di Gesù, si presenta suo cugino Giovanni; di famiglia sacerdotale, rompe con questa tradizione, con i luoghi e i riti del culto, date le diffuse ingiustizie e corruzioni e data una religione che le lascia così, come si realizzano. Si colloca al limitare del deserto, e con forza comincia a dire: “Cambiate vita, fatevi battezzare e Dio perdonerà i vs peccati!”.

La gente viene in massa da Gerusalemme e da tutta la regione della Giudea: la confessione dei peccati è espressione di un desiderio autentico di cambiamento che viene confermato dalla purificazione del battesimo con l’acqua corrente del fiume Giordano; un’acqua che scorre, viva, non stagnante come quella delle abluzioni rituali.

Giovanni è un asceta, ha un vestito “fatto di peli di cammello e porta attorno i fianchi una cintura di cuoio; mangia cavallette e miele selvatico”. Lo stile di vita non può essere dissociato dalle parole che altrimenti non sono più credibili; non si può chiamare la conversione dall’incoerenza e dai compromessi. Giovanni il Battezzatore ha coscienza di essere un preparatore: “Dopo di me sta per venire colui che è più potente di me; io non sono degno nemmeno di abbassarmi a slacciargli i sandali. Io vi battezzo soltanto con acqua, egli invece vi battezzerà con lo Spirito Santo”.

Abbiamo bisogno di uomini e di donne come Giovanni: autentici, coraggiosi, coerenti. Siamo chiamati, in qualche modo, ad esserlo ciascuna e ciascuno di noi; ad esempio, a pretendere giustizia per tutti, essendo noi per primi giusti.

don Erminio

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