IL VANGELO DELLA DOMENICA

Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa

25 giugno 2023

IV DOMENICA DOPO PENTECOSTE (A)

VANGELO Lc 17, 26-30. 33
Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Louscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva».

  1. L’irruzione del male

Il giardino dell’Eden era una situazione di armonia, di pace. Con la scelta di abbandonarla l’uomo aveva aperto le porte all’irruzione del male che, a cascata, irruppe nella storia umana. Il fratricidio di Caino fu il primo grave segnale della forza dilagante del male.

L’autore biblico, nel denunciare la violenza degli uomini, cerca di mettere in evidenza la condanna di un’umanità decaduta che ricercava da se stessa e nel proprio orgoglio la propria identità.

L’uomo si organizza in strutture sociali che tendono a soggiogare i più deboli, giungendo a sfidare perfino Dio. «Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male».

È a questo punto che Dio esce in una espressione preoccupata: «E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo» (Gen 6,6).

La violenza delle acque del diluvio vuole rappresentare plasticamente l’irruzione del male, ma è proprio in questo evento che Dio corregge il corso della storia umana, intervenendo.

Il percorso del male giunge al suo apice nella violenza arrogante del patriarca Lamec figlio di Metusaèl, ma a questo punto, entra nella vicenda umana un nuovo protagonista, Noè che «trovò grazia agli occhi del Signore.(…) Era uomo giusto e integro e camminava con Dio».

A differenza di Adamo che non si era fidato di Dio e delle sue indicazioni Noè si fida e obbedisce: «Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece». È come se la storia umana ricominciasse da un atto di obbedienza.

  1. Leggere ‘i segni dei tempi’

Il Vangelo riprende il tema del diluvio: «Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece perire tutti».

Mentre Noè e la sua famiglia dà l’impressione di perdersi dietro un progetto che sembrava insensato (farsi una grande barca mentre il tempo non faceva pensare ad una alluvione) gli altri continuano a fare la loro vita di ogni giorno. Noè ha capito in anticipo dove stava andando la vicenda umana. Anche Lot, suo nipote di Noè, ha abbandonato la città prima che fosse distrutta dal fuoco.

Al suo tempo papa Giovanni chiedeva ai cristiani di imparare a leggere “i segni dei tempi”. La preghiera non ha lo scopo di far cambiare i programmi di Dio, ma di aiutare noi a vedere le cose come le vede Dio.

Nel valutare persone, cose e avvenimenti noi siamo condizionati dall’educazione, dalla nostra cultura, dall’opinione corrente, ma il vero significato della realtà lo conosce il Signore e arriverà il giorno che egli strapperà il velo delle nostre opinioni per rivelarci il vero senso della realtà.

Scoprirlo in anticipo si chiama “discernimento”. La sapienza che Dio ci può dare ci aiuta ad andare oltre le quotazioni del nostro mercato per capire, in anticipo, il vero valore di persone, cose e avvenimenti.

  1. E’ possibile un mondo pacificato

Il Vangelo parla della “manifestazione del Figlio dell’uomo” come chiarimento di tutto.

Questa manifestazione è già avvenuta. Nel programma di Gesù c’è la possibilità di un mondo pacificato dove il possesso non è l’assoluto, dove la violenza non è un diritto, dove la giustizia di Dio è capace di cambiare il cuore alle persone, dove il perdono e la misericordia possono sostituirsi all’arroganza della vendetta, dove la purezza del cuore si sostituisce al sistema della doppiezza e del sospetto. In questa prospettiva sarebbe come tornare nell’Eden dell’inizio.

Ma l’uomo preferisce dei piccoli successi subito ad un cambiamento profondo alla fine…

don Erminio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Su questo sito web utilizziamo strumenti di prima o di terzi che memorizzano piccoli file ( cookie) sul dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente ( cookie tecnici), per generare rapporti sull’utilizzo della navigazione ( cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi / prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma [tu] hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione . Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore . Cookie policy