IL VANGELO DELLA DOMENICA

Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa

9 luglio 2023

VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE (A)

VANGELO Lc 6, 20-31
Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti. Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro».

  1. La beatitudine: un nuovo modo di essere

Mentre Matteo deve aver elaborato tutto il materiale con altri testi ripresi dalla predicazione di Gesù, Luca propone le Beatitudini in uno stile ben diverso.

Matteo elenca otto Beatitudini sul mondo dei sofferenti (più una rivolta agli discepoli); Luca invece ne riporta quattro, facendole seguire da quattro maledizioni antitetiche, rivolte direttamente agli uditori nella seconda persona plurale: “Beati voi”,..”guai a voi…”.

Il linguaggio di Luca è immediato ed efficace, mentre Matteo, rivolgendosi in terza persona, dà al testo un sapore più astratto (salvo l’ultima): “Beati i poveri, beati quelli che piangono, ecc”, e aggiunge qualche parola, dando al testo un significato più spirituale: “Beati i poveri in spirito, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia…”.

Così Matteo, inserendo le beatitudini in una catechesi ecclesiale, ha prospettive morali-esistenziali. Luca, invece, vuole proclamare un bene, un nuovo modo di essere, la novità assoluta che piace a Dio e che per noi è inedita. La beatitudine è proclamata a chi crede in Gesù e ha fatto scelte di valore come Gesù ha insegnato.

  1. Il “discorso della pianura”

“Poveri e ricchi”: i poveri sono beati se diventano il segno della scelta definitiva di Dio: e il mondo si salva attraverso scelte umili e povere. I ricchi invece non fanno intravvedere Dio, Padre di Gesù, ma un mondo di idoli attraverso le loro scelte di vita e la loro mentalità.

“Affamati e sazi”: coloro che mancano perfino del cibo vivono la povertà estrema e sono lo specchio limpido di Dio che soccorre attraverso Gesù e la sua provvidenza. I sazi invece abusano e sprecano e offuscano l’immagine di Dio. Si godono la vita, non aiutano negando ad altri di partecipare alla propria abbondanza. Così vanno incontro a una fame insaziabile di verità, di giustizia e di amore che sarà loro negata.

“Dolenti e gaudenti”: ci sono nella vita persone che soffrono con dolore lacerante e assomigliano a Gesù, servo sofferente. Essi troveranno in Dio la sua pienezza e la sua gioia già qui, poiché sta per venire a visitarli. Invece quelli che godono e non accettano lo stile di Gesù, sì troveranno con stupore nella tragedia.

“Perseguitati e raccomandati”: perseguitati sono coloro che, a causa della loro fede, diventano oggetto di odio, rancore, rifiuto. La contrapposizione non è con i persecutori, ma con coloro che sono osannati e giustificati (dalla gente). Come Gesù, anche i cristiani. Dopo il capo tocca alle membra, ma nella certezza di camminare sulla strada giusta, verso il Padre.

In questo modo Luca offre alla comunità cristiana una sintesi di prospettive e stimoli di collaborazione con il Padre che, attraverso Gesù, libera il suo popolo e lo salva.

  1. Applicazioni alla vita concreta

La seconda parte, qui parzialmente prospettata, propone concretamente alcuni atteggiamenti di credenti all’interno della vita quotidiana. Si tratta di far maturare un amore (“agape”) che assomigli all’amore di comunione di Dio con il suo popolo.

Il rapporto amico-nemico viene sviluppato in uno stile di novità in quattro punti: “amare i nemici, fare del bene a chi vi odia, benedite chi vi maledice e pregate per chi vi maltratta“.

Altri quattro richiami sulla vita quotidiana fanno riferimento “alla violenza, alla pretesa degli altri nella loro ingordigia (chiedere in mantello e chiedere danaro), alla gratuità (non richiedere)”.

Questo testo conclude in quella che viene chiamata “la regola d’oro” e che si trova, in modo frequente, in altre religioni, riletta, per lo più nei termini del “non fare: “Non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te“. Nel Vangelo Gesù parla in prospettive positive: “Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro“.

Le Beatitudini non sono un sogno, ma si prospettano come la nuova logica della vita, disposta a ricreare il mondo nella misericordia e nella pace.

don Erminio

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