IL VANGELO DELLA DOMENICA

Riflessione a Cura di Mons. Erminio Villa

17 dicembre 2023

DOMENICA DELLA DIVINA MATERNITA’ (B

VANGELO Lc 1, 26-38a
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

  1. Il ritorno a casa, in comunità

Nella prima lettura (Isaia 62,10-63,3a), tramite il profeta Isaia, Dio invita la gente che non fu deportata dai babilonesi e rimase in Gerusalemme, ad accogliere gli esuli che ritornano (538 a.C,).

Le immagini usate sono evocative anche per noi. Potremmo leggervi un invito ad essere una comunità sempre più accogliente, inclusiva. Per questo – dice il Signore – occorre togliere di mezzo le pietre dalla via.

Fuor di metafora significa eliminare quelle spigolosi, caratteriali, quello stile veloce e superficiale nelle relazioni che le mortifica. Di più: sradicare dalla nostra vita tutto ciò che è di ‘scandalo’ (‘pietra’ in greco), ciò che tiene gli altri a distanza.

Lo scopo è di permettere, tramite noi, di “ritornare a casa”, nella comunità cristiana e così, di incontrare il Signore.

Lo stile è dunque quello che anche Paolo specifica nella seconda lettura (Filippesi 4,4-9): in un contesto reso rabbioso dal malaffare e dall’andazzo spensierato di chi dovrebbe essere esemplare, il cristiano ha motivo di rallegrarsi e vincere l’angoscia di questi giorni. Cristo è la nostra speranza!

Da Maria (Luca 1,26-38a) apprendiamo che basta un piccolo sì al Signore per cambiare il mondo. Certo noi non potremo cambiare il mondo, ma il nostro mondo, le relazioni che viviamo sì, rendendole più piane, trasparenti, evangeliche.

  1. Dio figlio di donna

Dio l’onnipotente, l’eterno, l’inaccessibile, il creatore che si incarna nell’utero di Maria, si nutre del suo sangue, delle sue parole, dei suoi pensieri, delle sue carezze. Dio figlio di donna.

Dunque l’umanità non è solo Adamo, non è solo Caino, l’umanità per grazia può essere anche Maria che rappresenta la perfezione dell’umano nel suo rapporto privilegiato con Dio.

Ha lasciato scritto S.Ambrogio: “Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le sue virtù, potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell’anima di molti che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo. Se imitiamo Maria, in qualche modo parteciperemo alla sua maternità spirituale.

In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole, con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente, con la generosità di ripetere senza sosta un fiat che rinnovi di continuo la nostra intimità con Dio.

Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore; sia in ciascuno l’anima di Maria a esultare in Dio. E aggiunge: Se, secondo la carne, una sola è la Madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo. [Expositio Evangelii secumdum Lucam, 2]”

  1. Benedetta normalità

“Il santo Vangelo, sinteticamente, ci offre l’esempio della Madonna: Maria serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

Cerchiamo anche noi di imitarla, parlando con il Signore, in un dialogo innamorato, di tutto ciò che ci succede, anche degli avvenimenti più minuti. Impariamo a soppesare, valutare, vedere tutto con occhi di fede, per scoprire la volontà di Dio.

Non dimentichiamo che i giorni trascorsi dalla Madonna sulla terra furono quasi per intero molto simili a quelli di tanti milioni di donne occupate nella cura della famiglia, nell’educazione dei figli, nelle faccende domestiche. Maria santificava le cose più piccole: il lavoro di ogni giorno, le attenzioni alle persone care, le conversazioni ai parenti e agli amici… benedetta normalità, così piena di amore di Dio!

don Erminio

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