MAGGIO, IL MESE DEL ROSARIO

Riflessione a Cura di Fulvio Pedretti

È ormai giunto il mese di maggio, nel quale il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria. È tradizione, in questo mese, pregare il Rosario a casa, in famiglia. Una dimensione, quella domestica, che le restrizioni della pandemia ci hanno ‘costretto’ a valorizzare, anche dal punto di vista spirituale”.

Così Papa Francesco, nella lettera inviata a tutti i fedeli per il mese di maggio 2020, esorta i fedeli a riscoprire nella famiglia la preghiera per eccellenza rivolta alla Vergine, il Santo Rosario, il più bel fascio di rose – secondo la tradizione – che ciascuno possa dedicare alla Madonna.

Il Pontefice invita a pregare nell’attuale condizione domestica per privilegiare anche questo particolare contesto, da valorizzare tanto individualmente quanto con gli altri componenti familiari.

Invita i fedeli a recitare il Santo Rosario con semplicità (secondo Luigi Sturzo, la contemplazione dei misteri del Rosario era del resto “esempio vivo della famiglia cristiana e delle virtù casalinghe”), avvalendosi anche dell’ausilio reso possibile da alcuni schemi tratti dalla rete internet e che agevolano la preghiera personale e familiare.

Assicurandoci alle sue preghiere, il Papa chiede il favore di contraccambiare col cuore la preghiera personale, testimoniando proprio in questa dimensione spirituale l’unità della Chiesa, malgrado l’attuale limitazione che deriva dalle misure di contenimento della trasmissione del virus.

Al Santo Rosario seguono due preghiere personalmente formulate dal Santo Padre e dedicate alla Vergine. Nella seconda, in particolare, è evidente il riferimento al “Salve Regina”, là dove s’invoca Maria Vergine con la formula “volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus”.

In questa preghiera c’è tutto l’abbraccio della Chiesa ai vari fedeli colpiti dalla prova nell’attuale emergenza sanitaria, i defunti e i loro congiunti, le persone ammalate, anzitutto. E poi i medici, gli infermieri, il personale sanitario e i volontari, veri cirenei del tempo presente nel soccorrere chi porta la croce della prova.

Papa Francesco non manca di invocare i benefici della intercessione mariana verso i Responsabili delle Nazioni “perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità”. Una preghiera che confida nella beata intercessione di Maria affinché, in definitiva, “la mano onnipotente” di Dio liberi da questa terribile epidemia per riprendere in serenità il corso normale della vita.

L’altra preghiera si rivolge a Maria, “Salvezza del popolo romano”, facendo memoria di essere stata colei che, presso la Croce di suo figlio Gesù, mantenne ferma la fede.

Preghiera 1

O Maria,
Tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati,
che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù,
mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,
sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo momento di prova.

Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce,
alla gioia della risurrezione.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen.

 

Preghiera 2

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio”.

Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione.

O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro.

Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia.

Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a

rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute.

Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti.

Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus.

Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà.

Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro.

Madre amatissima, fa crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare.

O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale.

Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

Amen.

La devozione a Maria è stato uno dei fili conduttori e caratteristici anche del pontificato di Giovanni Paolo II, che ha scelto come “motto” del suo ministero l’espressione “Totus tuus”. Il Papa ha desiderato profondamente che ogni credente possa “servirsi” di Maria per arrivare più speditamente a Cristo. Maria è infatti, come recita un antico inno, la “stella del mare”, colei che nella navigazione della fede ci aiuta a non perdere mai la bussola, e a virare sempre verso Cristo. La Madonna è maestra di verità e segno della fede vera nel suo Figlio.

 Ma la devozione a Maria in questo mese di maggio non deve limitarsi a un puro sentimento o a mere emozioni: deve tradursi in preghiera. Che sia dappertutto un mese di intensa preghiera con Maria, attraverso la quotidiana recita del santo Rosario. Si tratta di una preghiera semplice, apparentemente ripetitiva, ma quanto mai utile per penetrare nei misteri di Cristo e della sua e nostra Madre. E’ al tempo stesso un modo di pregare che la Chiesa sa essere gradito alla Madonna stessa. Ad esso siamo invitati a far ricorso anche nei momenti più difficili del nostro pellegrinaggio sulla terra.

Così ci ha indicato al riguardo Papa Giovanni Paolo II: “Il Rosario pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto dl Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore”. (Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”).

 Quant’era provvidenziale la tradizione si era andata stabilendo nelle famiglie cristiane delle nostre precedenti generazioni! Dopo una giornata di intenso lavoro, raccolti nella quiete serena delle pareti domestiche, era consuetudine che genitori e figli si riunissero intorno a un’immagine della Vergine Santa per pregare il santo Rosario. I vecchi innalzavano la loro preghiera nel pieno della loro maturità, i più piccoli imparavano, pregando, ad amare la famiglia, prima chiesa domestica. E la benedizione di Maria pioveva abbondante sui cuori di tutti. Il Rosario in famiglia era uno degli atti più solenni e preziosi della vita familiare. Il Rosario era il mezzo per elevare la mente, rasserenare i cuori, trovare conforto nelle sofferenze, educare i ragazzi e, soprattutto, unire i cuori dei familiari e volgerli tutti a Dio. Il Rosario era davvero la preghiera familiare per eccellenza.

 Certo, oggi viene piuttosto da chiedersi se tutte le famiglie cristiane apprezzano ancora o, addirittura, se conoscono la preghiera del Rosario! Molte, forse la maggioranza, lo considerano un costume ormai sorpassato e questo non è certo un segno propizio per la nostra vita cristiana.

 L’invito a non trascurare la recita del Rosario, soprattutto nel mese di maggio, viene da lontano. Già nel 1951 Papa Pio XII così scriveva: “…E’ soprattutto in seno alla famiglia che Noi desideriamo che la consuetudine del santo Rosario sia ovunque diffusa, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cercherà di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell’umano consorzio, non sarà ricondotta alle norme dell’Evangelo. Per ottenere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita del santo Rosario in famiglia è un mezzo quanto mai efficace” (Enc. “Ingruentium malorum”, 1951).

Con la recita del Santo Rosario la famiglia cristiana, sull’esempio di quella di Nazaret, diventa una dimora di santità e una scuola efficacissima di vita cristiana. Immergersi nei misteri della Redenzione, infatti, insegna agli adulti a specchiarsi quotidianamente negli esempi di Gesù e Maria nella vita domestica di Nazaret (misteri gaudiosi), a ricavare da Loro conforto nelle avversità (misteri dolorosi) e a tendere costantemente verso i beni celesti, cercando sempre “le cose di lassù” (misteri gloriosi). Il Rosario, inoltre, porta i piccoli a conoscere le principali verità delle fede, facendo germogliare nelle loro anime, quasi naturalmente, la carità verso il Redentore.

Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera… La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, possono recuperare anche la capacità di guardarsi nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio.

A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l’itinerario di crescita dei figli… Pregare con il Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero di “sosta orante” della famiglia, non è certo la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sprecare.

Riprendiamo allora con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana.

Sempre nella Lettera Apostolica ”Rosarium Virginis Mariae” Giovanni Paolo II ci ha ricordato: «O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora dell’agonia. A te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo».

Il 1° Maggio, inoltre, l’Italia sarà affidata alla speciale protezione di Maria nella Basilica di Caravaggio, vicino a Bergamo, un contesto dal forte legame simbolico, trattandosi di una realtà particolarmente colpita dall’emergenza del coronavirus.

Sarà l’occasione per ognuno di noi di rinnovare un momento di preghiera intenso e confidare nella relazione che più d’ogni altra ci congiunge al Cielo.

                                                                  Fulvio Pedretti

Su questo sito web utilizziamo strumenti di prima o di terzi che memorizzano piccoli file ( cookie) sul dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente ( cookie tecnici), per generare rapporti sull’utilizzo della navigazione ( cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi / prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma [tu] hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione . Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore . Cookie policy